Ferrari 296 GTB

Cuore V6, anima Ferrari.

Ferrari 296 GTB: l’evoluzione della leggenda in chiave ibrida

tra emozione pura e prestazioni da brivido

Cavallino rampante su fondo giallo. Quest’immagine è cementata nel collettivo di ogni appassionato come la più pura delle passioni. Dietro al marchio Ferrari c’è una storia scritta da un uomo che non conosceva limiti e capace di lasciare un segno ovunque decidesse di volgere lo sguardo. Le sue sono state auto nate nel mondo delle corse e poi prestate alla strada, dove gli automobilist i comuni avrebbero potuto provare le medesime sensazioni dei piloti quando correre in auto significava affrontare la morte ogni weekend. Ferrari ha dato vita a leggendarie icone, a modelli esteticamente bellissimi e che facevano venire la pelle d’oca al lo ro passaggio, magari in occasione di una delle tante competizioni che si svolgevano su strade pubbliche. E la storia prosegue sino ai giorni nostri, con modelli sempre più innovativi, che condividono tra loro la capacità di rappresentare il benchmark verso il quale tutti gli altri devono rapportarsi. La berlinetta, per esempio, è da sempre sinonimo di performance, portando avanti nel corso dei decenni una linea filante e interamente votata alla sportività che ha reso celebre la creatura di Enzo Ferrari, nata appunto nelle corse e poi resa un sogno possibile anche per chi non possiede una tuta da corsa e un casco.
La 296, prodotta sia in versione coupé GTB, sia con tettuccio rigido apribile e detta GTS, è la quintessenza delle prestazioni secondo Maranello. So sotituisce la F8 Tributo con un design ancora più affilato, linee che sembrano premersi a terra e lanciarsi verso l’abbraccio di una unità ibrida che grazie ad un 3.0 biturbo V6 e ad un motore elettrico mettono sul piatto una potenza di 830 cavalli. Come av rete intuito siamo definitivamente approdati in quel territorio che appena qualche anno fa era esclusiva del club delle hypercars. Adesso è cambiata la musica, perché la 296 è la supersportiva dalle strabilianti prestazioni che però può essere condotta da un guidatore qualsiasi, questo grazie all’incessante impegno dei tecnici di Maranello nel rendere fruibile un simile capolavoro ingegneristico anche a chi non si avvicinerà mai ai limiti meccanici dell’auto stessa.
La 296 è inconfondibilmente Ferrari. Lo è nel design opera del Centro Stile, ma lo è anche in un abitacolo sempre più moderno, ma che mantiene profondamente la propria essenza incentrata sul guidatore e su quanto verrà appagato una volta su strada, o perché no anche in pista. Bastano 7,3 secondi per scattare da 0 a 200 km/h e questo dato solitamente tenuto in disparte rispetto al più canonico 0-100 la dice lunga sulla progressione e la potenza bruta che una supercar soltanto in apparenza addomesticata è in grado di mettere a disposizione del proprio guidatore. Per raggiungere i 100 orari si scende infatti sotto la soglia dei 3 secondi, fermando il cronometro ad appena 2,9. La top speed è di 330 all’ora. Un’astronave, ma pur sempre elegantissima, soprattutto in una delle tante sfumature di rosso. Il passaggio da V8 aspirato a V8 turbocompresso aveva già fatto perdere qualcosa in termini di decibel, per cui era logico aspettarsi che abbandonando altri due cilindri, il compromesso acustico fosse inevitabile. In realtà i tecnici Ferrari hanno compiuto una vera e propria magia, riuscendo a lavorare sull’impianto a 360°, garantendo una pienezza decisamente insolita per un 6 cilindri a V. La corposità è quindi in grado di soddisfare il cliente tipo, mentre per quelli più esigenti c’è una soluzione che è in grado di amplificare la resa sonora e anche il coinvolgimento alla guida, anche laddove non si intenda strapazzare il limitatore.
Capristo, che come è noto non si limita nella sola produzione di impianti di scarico, punta molto sui prodotti realizzati per la 296 (GTB e GTS), difatti ha preparato dei profili in fibra di carbonio per il paraurti posteriore, in maniera da rendere l’estetica dell’auto ancora più aggressiva. Il carbonio può poi essere opzionato a copertura dei terminali di scarico originali, in maniera da avere una personalizzazione prettamente estetica e che valorizzi uno dei posteriori meglio riusciti del mondo automobilistico di oggi. Se però si necessita di un sound che non lasci spazio ad alcun dubbio, c’è la possibilità di installare un impianto specifico in acciaio inox 309, lucidato a mano e con terminali non silenziati. Gli stessi sono opportunamente dotati di valvole a comando elettrico, così da mantenere intatte le qualità stradali di una Ferrari capace di disintegrare un qualsiasi circuito. Sulla Ferrari 296 non v’è alcun dubbio e personalmente - saremo di parte ma siamo certi di pensarla al vostro stesso modo – le valvole saranno sempre aperte. Nessun V6 ha mai suonato così bene.

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